Giorgio La Pira ha costituito uno dei più luminosi esempi della lungimiranza di una politica autenticamente votata al bene comune e universale. Trae lo proprie origini a Pozzallo, nella provincia ragusana in linea d'aria più a sud di Tunisi, abituato a specchiarsi nel Mediterraneo e scrutarne gli orizzonti senza tempo. La sua formazione culturale a Messina, l’amicizia con Salvatore Quasimodo, la conversione al cristianesimo, la “vestizione” come terziario domenicano sempre a Messina lo consegnarono a Firenze, all’Italia e al mondo come testimone di una vocazione di santità in politica, senza scindere mai la sua indole di mistico in costante preghiera. «Dobbiamo imparare a pregare con il mappamondo sul comodino» amava ripetere soprattutto ai pià giovani.
La sua vita offre aspetti rivoluzionari e sfidanti di grande fascino: ha saputo parlare ai grandi della terra; ha offerto un contributo determinante alla stesura della Costituzione italiana ed è stato il primo politico occidentale a varcare la “cortina di ferro”, invitato dal sindaco di Mosca. Non derogò mai nel suo impegno di amministratore (dal '51 di Firenze diviene Sindaco) all'impegno in favore della pace universale e soprattutto dei bisogni delle fasce più povere della città. Si spese senza risparmiarsi per senzatetto e disoccupati, con uno stile di vita radicalmente sobrio, pressocé ascetico. "Oggi, se si vuole bene alle persone, bisogna fare politica" motivava il suo impegno nella cosa pubblica.
"Tutto quello che la Pira diceva e faceva – ha condiviso Mario Primicerio, suo allievo già sindaco di Firenze e poi presidente della Fondazione La Pira – era permeato da una prospettiva di fede. Una fede, la sua, che sfociava in un atteggiamento di obbedienza nei confronti della Chiesa, che andava però di pari passo con l’assunzione di responsabilità. Un vero modello di laico che giustamente la Chiesa ha voluto proporre in tutta la sua esemplarità attraverso l’apertura della causa di beatificazione. Per la Pira – continua Primicerio – la politica è intesa come servizio. La Pira è stato innanzitutto membro della Costituente e il suo contributo fu fondamentale nell’elaborazione della nostra Costituzione, per esempio nella formulazione della nostra Repubblica come “fondata sul lavoro”. Anche grazie a lui i diritti della persona figurano al primo posto nella nostra Carta. La massima espressione di impegno politico si ebbe poi, come è noto, nel lungo periodo nel quale fu sindaco di Firenze. Fu un grande protagonista in tutte le questioni calde di quegli anni: il Mediterraneo, il dialogo in Europa nel momento di massima incomunicabilità tra Est e Ovest, il trattato di Helsinki… Tenne aperto un dialogo che all’epoca sembrava senza sbocchi. Profetica anche la sua attenzione al Mediterraneo ed alla Terra Santa. Egli ha sempre pensato che non poteva esistere l’Europa senza il Mediterraneo, da lui definito il “grande lago di Tiberiade”, e riteneva che l’Italia avesse in questo un ruolo centrale".
Erede di questo incommensurabile dono spirtuale e vocazionale, il Centro Mediterraneo Giorgio La Pira offre il suo impegno con il desiderio di leggere i segni dei tempi del terzo millennio.